L'analisi rivela una costante riproposizione di principi compositivi basati su geometrie elementari, rapporti proporzionali e una rigorosa organizzazione spaziale. La strutturazione del progetto attraverso griglie modulari, l'uso di volumi puri e la ricerca di un ordine primario emergono come caratteri ricorrenti, dove la composizione architettonica si sviluppa per sottrazione più che per aggiunta. Questo approccio metodologico, che trova le sue radici nella tradizione razionalista, viene continuamente rielaborato attraverso un linguaggio che privilegia l'essenzialità formale e la chiarezza costruttiva. La ripetizione di certi schemi compositivi non rappresenta una limitazione, ma piuttosto la volontà di definire un vocabolario architettonico riconoscibile, dove ogni elemento trova la sua collocazione secondo una logica immanente al progetto stesso. In questa prospettiva, il lavoro di Purini, Grassi, Bisogni, Monestiroli e Moretti appare come un dialogo continuo con i principi fondamentali dell'architettura, riletti attraverso una sensibilità contemporanea ma sempre ancorati a una visione disciplinare forte e coerente.
The analysis reveals a recurring exploration of compositional principles grounded in elementary geometries, proportional relationships, and rigorous spatial organization. The structuring of projects through modular grids, the use of pure volumes, and the pursuit of a primary order emerge as defining characteristics, where architectural composition develops through subtraction rather than addition. This methodological approach, rooted in rationalist tradition, is continuously reinterpreted through a language that prioritizes formal essentiality and constructive clarity. The repetition of certain compositional schemes does not represent a limitation but rather an intentional effort to establish a recognizable architectural vocabulary—one where each element finds its place according to an immanent logic intrinsic to the design itself. Within this framework, the works of Purini, Grassi, Bisogni, Monestiroli, and Moretti appear as an ongoing dialogue with architecture’s fundamental principles, filtered through contemporary sensibilities yet anchored in a strong, coherent disciplinary vision. The tension between typological rigor and contextual adaptation becomes a generative force, producing architectures that are both timeless and deeply engaged with the act of building as a cultural practice.